Nel cuore della Campania, su una fertile pianura che si estende tra Napoli e Capua, sorge Aversa, una città che affonda le sue radici nella tumultuosa storia del Sud Italia. La sua fondazione ufficiale risale al 1030, anno in cui il conte Rainulfo Drengot, capo di una schiera di guerrieri normanni, trasformò un’area di villaggi rurali in un avamposto militare e politico di importanza strategica.
Prima dell’arrivo dei Normanni, l’area oggi occupata da Aversa era caratterizzata da insediamenti sparsi, prevalentemente agricoli, che rispondevano alle esigenze di una popolazione dedita alla coltivazione e al commercio locale. Durante il periodo romano, questo territorio era parte dell’entroterra di Capua, ricco di ville rustiche e attraversato da vie di comunicazione che collegavano le città costiere all’entroterra. Tuttavia, con la fine dell’Impero Romano, l’organizzazione del territorio si frammentò. Sotto il dominio dei Longobardi, l’area fu inglobata nel Ducato di Benevento, ma rimase priva di un centro politico o militare ben definito. Le ripetute incursioni dei Saraceni nel IX secolo resero il contesto ancor più instabile, lasciando la zona vulnerabile e scarsamente popolata.
Il destino del territorio cambiò radicalmente con l’arrivo dei Normanni, mercenari di origine scandinava che giunsero nel Sud Italia al servizio di principi locali. Nel 1030, Rainulfo Drengot ricevette dal duca di Napoli, Sergio IV, il feudo di Aversa come ricompensa per il supporto offerto contro i Longobardi di Capua. La concessione segnò un momento cruciale nella storia del Mezzogiorno: per la prima volta, i Normanni ottennero un dominio stabile che li legittimava come potenza emergente.
Aversa nacque come una città fortificata, dotata di mura, torri e un castello che fungeva da residenza del conte e da bastione difensivo. Attorno a questa roccaforte si sviluppò un sistema urbano tipico dell’epoca medievale, con la costruzione di chiese, monasteri e mercati regolamentati. La città non era solo un rifugio militare, ma un centro amministrativo e commerciale, che attirò popolazioni dalle campagne circostanti.
La fondazione di Aversa non rappresentò un evento isolato, ma il primo passo di un’espansione che avrebbe portato alla creazione del Regno di Sicilia. La città divenne rapidamente un centro di potere militare e politico per i Normanni, che utilizzarono la sua posizione strategica per consolidare la loro influenza in tutta l’Italia meridionale. Rainulfo e i suoi successori trasformarono Aversa in una base da cui partire per conquistare territori vicini, compresa la stessa Capua.
La Contea di Aversa segnò un precedente importante nella storia medievale italiana: fu il primo dominio normanno stabilito in modo permanente, preludio all’unificazione normanna del Sud Italia sotto la dinastia degli Altavilla.
Dopo l’iniziale espansione, la città continuò a prosperare sotto il dominio normanno e, successivamente, sotto le dinastie sveve, angioine e aragonesi. La sua posizione tra Napoli e Capua ne garantì un ruolo strategico e commerciale, mentre l’influenza dei monaci e delle istituzioni religiose arricchì il suo panorama culturale.
Con il passare dei secoli, l’antico avamposto militare lasciò il posto a una città più articolata, che mantenne comunque l’impronta di quella prima, audace impresa normanna. Oggi, Aversa è un simbolo della capacità dei Normanni di adattarsi e prosperare in contesti lontani dalla loro terra d’origine, segnando profondamente la storia del Meridione d’Italia.
GIUSEPPE CRISTIANO