Viviamo in un’epoca caratterizzata da incredibili sviluppi tecnologici e strabilianti scoperte scientifiche che permettono a tutti di accedere a una quantità d’informazioni e conoscenze senza precedenti nella storia dell’umanità. Oggi è possibile comunicare e condividere idee all’istante con miliardi di persone. Si può accedere a un numero infinito di fonti d’informazione e di risorse educative. Chiunque può sfruttare le ultime tecnologie per migliorare la qualità della sua vita e quella degli altri. Allora, perché sembra di vivere nel bel mezzo di una pandemia di stupidità e d’ignoranza crassa?
Una prima causa è la quantità esorbitante d’informazioni che hanno reso più complicato distinguere tra la verità e la falsità. La velocità con cui si scambiano informazioni sui vari social ha creato una moltitudine di opinioni diverse. È stato messo sullo stesso piano il pensiero dei premi Nobel, basato su anni e anni di studio, e quello degli ignoranti semianalfabeti privo di qualsiasi base razionale o scientifica. Questo ha creato un fenomeno definito “infoxication”, una fusione delle parole “informazione” e “intossicazione”. È utilizzato per descrivere la condizione di sovraccarico d’informazioni cui siamo esposti nell’era digitale.
Il fenomeno dell’infoxication presenta effetti negativi sulla nostra capacità di gestire i dati. Può portare a una dispersione dell’attenzione, rendendoci costantemente distratti dai nuovi contenuti e impedendoci di concentrarci su argomenti specifici o su compiti importanti. Inoltre, quest’overload informativo può comportare una diminuzione della qualità dell’elaborazione delle informazioni, poiché tendiamo a scorrere velocemente i contenuti senza approfondirli adeguatamente. Sintomi comuni di questo fenomeno includono stress, ansia, affaticamento mentale e decisionale, e difficoltà nel distinguere tra informazioni rilevanti e irrilevanti.
Per fronteggiare il problema, è utile adottare alcune strategie. Stabilire limiti di tempo per l’uso dei social media, selezionare attentamente fonti di informazione affidabili e di qualità, sviluppare una mentalità critica per valutare e gestire i contenuti, e concentrarsi su ciò che è veramente importante per i propri obiettivi e interessi rappresentano approcci efficaci.
La stupidità è stata al centro delle riflessioni di numerosi filosofi. Socrate riteneva che l’ignoranza fosse la radice della stupidità; per Aristotele, essa era il prodotto della mancanza di ragionamento; per Kant, il risultato di pigrizia mentale. Nassim Nicholas Taleb ha sottolineato la fragilità della conoscenza umana e la nostra propensione a ignorare ciò che non conosciamo, proponendo un atteggiamento “antifragile” per apprendere dagli errori. Hannah Arendt ha evidenziato il legame tra stupidità e adesione passiva a ideologie, mentre Umberto Eco ha posto l’accento sulla necessità di una solida formazione intellettuale per contrastare le falsità contemporanee.
In definitiva, la stupidità è anche una conseguenza del conformismo, della perdita di empatia e del rifiuto del pensiero critico. È essenziale promuovere l’autonomia intellettuale e la consapevolezza dei propri limiti cognitivi, per evitare di cadere vittime della banalità, dell’ignoranza e della manipolazione. Solo coltivando una cultura della complessità e del dubbio si può sperare di superare l’epoca della stupidità amplificata e costruire una società più lucida e giusta.
Ugo PERSICE PISANTI