Il 25 aprile, data simbolo della Liberazione dal nazifascismo, rappresenta un momento cruciale per riflettere sui valori fondanti della nostra democrazia. Come ricordato con forza da Piero Calamandrei, uno dei padri costituenti, la Carta costituzionale non è nata in un’aula parlamentare, ma tra le montagne dove combatterono i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati gli oppositori del regime e nei campi dove tanti persero la vita per difendere la libertà. Questa eredità storica ci impone di guardare alla Costituzione non come a un documento statico o puramente commemorativo, ma come a un impegno vivo e attuale.
La Costituzione italiana nasce dalla lotta contro il fascismo, un regime autoritario che ha lasciato un segno indelebile nella storia del nostro Paese. Essa incarna una scelta netta contro ogni forma di oppressione, discriminazione e guerra. I principi che la animano sono chiari: ripudio della guerra, uguaglianza tra gli esseri umani, inclusione sociale, sovranità popolare e democrazia. Questi valori, radicati nell’antifascismo, rappresentano il cuore pulsante del nostro ordinamento giuridico e costituiscono la base su cui si fonda la convivenza civile.
Tuttavia, oggi più che mai, questi principi sono messi sotto attacco. La minaccia non proviene solo dall’esterno, ma anche da un clima culturale che tende a sottovalutare l’importanza di queste conquiste. Assistiamo a tentativi di riscrivere la storia, a revisionismi distorti e a una crescente deriva xenofoba e razzista. Questi fenomeni mettono in pericolo non solo la memoria collettiva, ma anche i diritti fondamentali garantiti dalla Carta costituzionale.
Uno degli aspetti più preoccupanti è la progressiva erosione dei diritti sociali ed economici. Si pensi, ad esempio, al tentativo di ridurre la progressività delle imposte, favorendo così le fasce più ricche della popolazione a discapito di quelle più vulnerabili. Oppure all’idea di introdurre forme di “autonomia differenziata” che rischiano di frammentare ulteriormente il Paese, creando disuguaglianze tra le diverse regioni. Queste proposte non solo contraddicono lo spirito solidaristico della Costituzione, ma minano anche il principio di uguaglianza su cui si basa la nostra società.
Un altro fronte critico riguarda la manipolazione della memoria storica. Negli ultimi anni, si sono registrati episodi inquietanti, come attacchi alle istituzioni che custodiscono la memoria della Resistenza, tra cui l’ANPI e l’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione. Tali attacchi, spesso mascherati da rivendicazioni localistiche, mirano a cancellare le responsabilità del fascismo e a presentare una versione distorta degli eventi. Questo revisionismo non solo offende la verità storica, ma apre la strada a derive autoritarie.
Parallelamente, assistiamo a un vento reazionario che soffia contro i diritti civili e le conquiste sociali. L’odio verso le minoranze, la discriminazione nei confronti degli immigrati e l’attacco ai diritti delle donne e delle persone LGBTQ+ sono sintomi di un conservatorismo anacronistico che cerca di riportare indietro le lancette della storia. Questo tipo di retorica, spesso alimentata da governi reazionari e autoritari, rappresenta una minaccia diretta ai principi di uguaglianza e libertà sanciti dalla Costituzione.
Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a queste derive. La Costituzione non è un mero documento storico, ma uno strumento vivo che deve guidare le nostre azioni quotidiane. Dobbiamo essere vigili e pronti a contrastare ogni tentativo di smantellare i valori antifascisti su cui si fonda la nostra democrazia.
Per difendere la Costituzione, è necessario un impegno concreto. Innanzitutto, dobbiamo lavorare affinché i principi enunciati nella Carta siano pienamente applicati. Troppo spesso, infatti, molte disposizioni costituzionali restano lettera morta, mentre altre vengono interpretate in modo distorto per favorire interessi particolari. In secondo luogo, dobbiamo promuovere una cultura dell’antifascismo, insegnando alle nuove generazioni il valore della memoria storica e l’importanza della lotta per la libertà e la giustizia sociale.
Infine, è fondamentale contrastare ogni forma di revisionismo e difendere le istituzioni che custodiscono la memoria della Resistenza. Organizzazioni come l’ANPI e gli istituti storici rappresentano un baluardo contro l’oblio e un punto di riferimento per chi crede nei valori dell’antifascismo. Sostenere queste realtà significa proteggere non solo il passato, ma anche il futuro della nostra democrazia.
La Costituzione italiana non è solo il frutto della Resistenza, ma è anche profondamente antifascista. Essa rappresenta un patrimonio comune che ci chiama a un impegno costante e condiviso. Non possiamo permettere che questo lascito venga svilito o dimenticato. Dobbiamo difenderlo con determinazione, denunciando ogni tentativo di tornare indietro nel tempo e ribadendo con forza i valori di libertà, uguaglianza e solidarietà che ne sono il fondamento.
In un mondo sempre più caratterizzato da divisioni e tensioni, la Costituzione rappresenta una bussola morale che ci indica la strada da seguire. Sta a noi, come cittadini consapevoli e responsabili, far sì che questa bussola continui a orientare il nostro cammino verso un futuro migliore.
UGO PERSICE PISANTI